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Riscopriamo la leggerezza e la bontà: Affrontare le sfide con positività

2023-12-29 11:44

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Come fare, impresa, gentilezza, rivoluzione,

Riscopriamo la leggerezza e la bontà: Affrontare le sfide con positività

Basta allo status quo e chiediamo una rivoluzione basata sulla gentilezza. Un invito a riscoprire l'essenza della leggerezza e della gentilezza in un mondo che

Riappropriamoci della leggerezza e della bontà. 


Porre dei macigni e dei muri granitici, i conflitti, la frustrazione, come potrebbe aiutare a superare le avversità? Non si fraintenda con il prendere sottogamba le problematiche o, peggio ancora, con l’ignorarle. 


Viverle come un monolite oscuro e terribile, può agevolarne la trattazione e la sua gestione? Ci si può comunque arrivare preparati e soprattutto permissivi al cambiamento, a quello che c’è da fare. 


Se alla criticità incontrata ci approcciamo tramite valutazioni categoriche e negative, per lo stesso assunto dell’essere categoria (semplificare ed identificare ancora prima di aver conosciuto!), tradiamo la realtà e non ci permettiamo e non diamo spazio al miracolo del cambiamento, della libertà, di far sorgere, attraverso un altro approccio o un punto di vista diverso, il germinare di quel seme di vita e benessere che può risolvere, o trasformare in opportunità, quanto incontrato. 


Diamo a questa impresa la possibilità di crescere rigogliosa, che possa godersi e nutrirsi del pieno sole, e della pioggia come utile nutrimento, rigenerante e per far crescere altra fibra, intreccio vegetale per corteccia, fortificazione ed energia sufficiente per sbocciare e crescere ed irradiare altri semi. Bisogna essere generosi per far generare, vuol dire tenere le braccia aperte, incassare qualche colpo perché porti frutto. Essere generosi con sé stessi e non chiudersi in una visione univoca e povera di sé. 


Abbiamo in potenza molto, infinitamente, tanto altro, questo vuol dire essere generosi.




Se è vero che ad un’azione economica, ad una richiesta economica, corrisponde un’azione sociale, è altrettanto vero che un’azione sociale abbia un impatto economico. 


 

 

È di tipo proporzionale o inversamente proporzionale? 


 

 

La richiesta di risultati economici sembra portare ad un impatto sociale negativo, ma sarà vero il contrario? Dobbiamo limitarci ad evitare le grandi aziende, burocratiche e meccanicistiche, o forse dovremmo provare a crescere, ad un usare l’intelletto per non essere meramente animali? 


 

 

Sono parole da pubblicisti, gridate, esasperate, da mercante in fiera, esaltate. 


 

 

Un lessico che non vuole essere sottotono, o candido, pacato, guidato dalla calma ragionevolezza, perché siamo giunti ad un periodo oscuro, in cui la semplice logica, l’evidenza di causa ed effetto, sono travolte e alluvionate da ganci e specchi per allodole per cui la gente e l’informazione in genere ha perso l’attenzione di verificare o criticamente chiedersi chi l’ha provocata e soprattutto perché.


 


Molte battaglie, frasi, parole sono state politicizzate per aizzare diniego e consenso, da una parte e dall’altra, per distogliere gli sguardi e l’intelletto verso le giuste battaglie da fare. 


 

 

È uno spirito rivoluzionario che quest’epoca chiama a gran voce ed ancora non ha trovato un viadotto da cui uscire in modo prepotente (per niente indulgente o gentile). Dobbiamo dare nuovamente forza “violenta” alla gentilezza, all’amore, alla bellezza, alla bontà!


 

 

Dobbiamo dircelo in tutta franchezza che siamo stufi di questo mondo, che abbiamo uno spirito battagliero non più sopito che si arma e desiderante di emergere e sbucare dal terreno con sciabola e smorfia per riappropriarsi del suo benessere. 


 

 

Siamo così animati e frustrati che appena ci indicano una vittima ed un colpevole, ci lanciamo come cannibali verso la preda per sommergerla e portarla sopra le nostre teste e lanciarla sopra il patibolo e glorificando il boia perché abbatta la sua mannaia in maniera definitiva.


 

 

E il boia davvero non lo farà mai, perché gli piacciono troppo quelle urla esaltanti, almeno finché non gli portano un altro “colpevole”, ma anche in quel caso, per la frenesia della folla, potrebbe lasciarne qualcuno vivo, in caso volesse tirarlo fuori più tardi, perché le masse si ricordino chi esaltare e votare.